Il vangelo della sofferenza

LA PAROLA DI ORA SULLE LETTURE DI MESSA
per il 18 aprile 2014
Venerdì Santo

Testi liturgici qui

 

 

TU può aver notato in diversi scritti, ultimamente, il tema delle "sorgenti di acqua viva" che sgorgano dall'interno dell'anima di un credente. La cosa più drammatica è la "promessa" di una "benedizione" imminente di cui ho scritto questa settimana in La convergenza e la benedizione.

Ma mentre meditiamo sulla Croce oggi, voglio parlare di un'altra sorgente di acqua viva, che anche ora può scorrere dall'interno per irrigare le anime degli altri. Sto parlando di sofferenza.

Nella prima lettura, Isaia scrive: "Dalle sue piaghe noi siamo guariti." Il corpo di Gesù è diventato per noi una ferita da cui sgorga la nostra salvezza, da cui sgorga la grazia santificante e tutto ciò che ci rende integri.

... su di lui era il castigo che ci rende integri. (Prima lettura)

Ma non siamo il corpo mistico di Cristo? Attraverso il battesimo, siamo uniti a Cristo e "chiunque è unito al Signore diventa un solo spirito con lui". ,cfr. 1 Cor 6:17 Allo stesso modo, attraverso l'Eucaristia, "perché la pagnotta è una, noi, sebbene molti, siamo un corpo". ,cfr. 1 Cor 10:17 Se dalle sue ferite, dalle ferite del suo corpo, veniamo guariti - e siamo il suo corpo - allora, attraverso le nostre ferite unite alle sue, la guarigione scorre verso gli altri. Cioè, attraverso la nostra sofferenza unita a quella di Cristo, la potenza dello Spirito Santo inizia a fluire attraverso il nostro spirito come una sorgente che si protende, spesso in modi sconosciuti, per innaffiare le anime degli altri.

La chiave che sblocca il potere dello Spirito in noi nella nostra sofferenza è fede lavorando in debolezza.

Infatti è stato crocifisso per debolezza, ma vive della potenza di Dio. Così anche noi siamo deboli in lui, ma verso di te vivremo con lui per la potenza di Dio. (2 Cor 13: 4)

La sofferenza è essenzialmente l'esperienza della debolezza, che si tratti della miseria della guerra o del comune raffreddore. Più soffriamo, più siamo deboli, specialmente quando quella sofferenza è al di fuori del nostro controllo. Fu proprio la sofferenza al di fuori del suo controllo che portò San Paolo a gridare a Dio, che rispose:

La mia grazia è sufficiente per te, per il potere è reso perfetto nella debolezza.

E Paolo risponde:

Mi vanterò piuttosto volentieri delle mie debolezze, a tal fine la potenza di Cristo può dimorare con me. (2 Cor 12: 9)

Quando, come Gesù nel Giardino di Getsemani, diciamo: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice; tuttavia, non sia fatta la mia volontà ma la tua ", ,lc. 22:42 uniamo immediatamente la nostra sofferenza a quella di Cristo in un atto di fede. Non dobbiamo sentire niente; non dobbiamo nemmeno piacerci; dobbiamo semplicemente volerlo e offrilo con amore. E in quello ferita, le potenza di Cristo comincia a fluire attraverso di noi, trasformandoci e inventando "ciò che manca alle afflizioni di Cristo". ,cfr. Col 1:24 Per…

... nella sofferenza c'è nascosto un particolare potere che avvicina interiormente una persona a Cristo, una grazia speciale… affinché ogni forma di sofferenza, rinata in vita dalla potenza di questa Croce, diventi non più debolezza dell'uomo ma potenza di Dio. - BEATO GIOVANNI PAOLO II, Salvifici Dolores, Lettera Apostolica, n. 26

Sì, la potenza dello Spirito scorre attraverso di noi nei carismi, nelle unzioni, nella lode, nella preghiera e nella carità. Ma c'è anche un potere nascosto che proviene dal nostro sofferenza questo è altrettanto potente, altrettanto efficace, quando ci aggrappiamo con fede a quella croce quotidiana.

Oggi, forse come nessun altro momento della storia in cui la sofferenza è così grande, la salvezza del mondo può essere influenzata non tanto da programmi, discorsi eloquenti o miracoli spettacolari, ma dalla potenza dello Spirito Santo che scorre. attraverso le ferite del corpo di Cristo. Questo è ciò che intendiamo quando diciamo "il sangue dei martiri è il seme della Chiesa". ,Tertulliano, Apologetico, Ch. 50 Ma non dimenticare il martirio bianco che ogni giorno diventa seme, sorgente di grazia per il mondo. È il Vangelo della sofferenza scritto nel nostro abbandono all'angoscia della debolezza, dell'impotenza, della sofferenza ...

Il Vangelo della sofferenza si scrive incessantemente e parla incessantemente con le parole di questo strano paradosso: le sorgenti del potere divino sgorgano proprio in mezzo alla debolezza umana. - BEATO GIOVANNI PAOLO II, Salvifici Dolores, Lettera Apostolica, n. 26

Questo Venerdì Santo - "buono" perché è attraverso la Sua sofferenza che siamo salvati; "Buono" perché la nostra sofferenza non è più vana, voglio condividere con voi una preghiera, una canzone che ho scritto da un cuore di debolezza ...

 

 

 

 

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Buona celebrazione della risurrezione di Gesù!

Il Novena della Divina Misericordia inizia oggi.

 

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Le note

Le note
1 cfr. 1 Cor 6:17
2 cfr. 1 Cor 10:17
3 lc. 22:42
4 cfr. Col 1:24
5 Tertulliano, Apologetico, Ch. 50
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