Urlate, cipressi, perché i cedri sono caduti,
i potenti sono stati spogliati. Urlate, querce di Basan,
perché la foresta impenetrabile è abbattuta!
Hark! il lamento dei pastori,
la loro gloria è stata rovinata. (Zacc 11: 2-3)
ESSI sono caduti, uno ad uno, vescovo dopo vescovo, sacerdote dopo sacerdote, ministero dopo ministero (per non parlare, padre dopo padre e famiglia dopo famiglia). E non solo piccoli alberi: i principali leader della fede cattolica sono caduti come grandi cedri in una foresta.
In uno sguardo agli ultimi tre anni, abbiamo visto uno sbalorditivo crollo di alcune delle figure più alte della Chiesa odierna. La risposta per alcuni cattolici è stata quella di appendere le loro croci e “lasciare” la Chiesa; altri sono entrati nella blogosfera per radere al suolo vigorosamente i caduti, mentre altri si sono impegnati in dibattiti altezzosi e accesi nella pletora di forum religiosi. E poi ci sono quelli che piangono in silenzio o semplicemente siedono in un silenzio attonito mentre ascoltano l'eco di questi dolori che risuonano in tutto il mondo.
Da mesi ormai, le parole di Nostra Signora di Akita - riconosciuta ufficialmente da niente meno che l'attuale Papa quando era ancora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede - si ripetono debolmente nella mia mente:
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